Roma - Cosa ci fanno undici storie di italiani, inserite in un libro? Sembrerebbe l'inizio di una barzelletta, e invece la domanda è serissima.
Perché questi undici racconti sono il cuore dell'opera di Matteo Fini e Alessandra Sestito, intitolata "Non è un paese per bamboccioni", per le edizioni Cairo. Un libro dove si parla di italiani che ce l'hanno fatta, che ce la fanno. Nonostante tutto. Nonostante un paese ancora restio allo youth power, che invece all'estero è ormai divenuto il motore pulsante per affrontare quest'immane crisi globale. Nonostante un paese dove, se sei giovane, vieni guardato con indifferenza, o peggio ancora con diffidenza, da chi è più adulto di te, perché - secondo questo vegliardi - i giovani sono ancora "troppo piccoli" per fare le cose da grandi.
Le storie che si leggono in questo saggio, sono raccontate con uno stile svelto e accattivante, consono di quelle nuove generazioni che hanno la straordinaria capacità di veicolare - in maniera immediata - messaggi forti, attraverso l'uso di pochi caratteri e di concetti semplici.
E la semplicità è proprio il leitmotiv che rende omogenee le vicende dei protagonisti delle pagine in questione: difatti questi ragazzi e ragazze sono tutte persone semplici, spontanee, accomunate dalla debordante volontà di riuscire a realizzare le proprie idee e i propri sogni. Che poi, se ci riflette a fondo, magari rileggendo la costituzione italiana, si scopre che compito della Repubblica, tra i tanti, dovrebbe essere la promozione del pieno sviluppo dell'individuo (art. 3 Costituzione).
Né politica, né tanto meno demagogia: l'opera, piuttosto, in maniera saggia e molto oggettiva, focalizza l'attenzione su un sistema - quello lavorativo - che nel nostro benamato stivale è in crisi. Verrebbe voglia allora di lasciarsi stare, di non impegnarsi a fondo, perché tanto riuscire è difficilissimo, anzi, quasi impossibile.
Poi però leggi "Non è un paese per bamboccioni", e allora viene voglia di stringere i denti, di rimboccarsi le maniche, di provare a far valere le proprie idee. Tra l'altro, uno dei padri costituenti, l'onorevole Giorgio La Pira, affermava che "le buone idee camminano da sole".
Chi non fosse d'accordo con ciò, legga la storia di Federico Grom e Guido Martinetti, che stanno conquistando il mondo con i loro gelati di pregevole qualità; oppure, scorra la vicenda di Alessandro Fogazzi, che ha vestito i polsi di milioni di individui con i suoi inimitabili orologi in plastica; o ancora, faccia un giro per gli impianti di autolavaggio di Riccardo Moroni, carwasher giovanissimo e geniale.
Incredibile?
Affatto.
Perché le vite e i sogni di quegli undici talenti sono assolutamente veri, anzi, realizzati.
Forse, la sola cosa incredibile è farcela, nonostante tutto.
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