sabato 28 maggio 2011

"I grandi casi di Sherlock Holmes": elementare Watson!

Marianna Abbate
ROMA
- Tutti conosciamo Sherlock Holmes, l’infallibile detective per antonomasia, che scioglie misteri irrisolvibili agli occhi dei comuni mortali. Ma quanti saprebbero enumerare i suoi più torbidi segreti? Quanti conoscono il vero Sherlock che si nasconde dietro alla lente d’ingrandimento e al fumo dell’inseparabile pipa?

“Ore 13: pausa pranzo. Sopravvivere al lavoro mangiando bene” , il pratico ricettario proposto da Gribaudo editore


Alessia Sità
ROMA – Se siete stanchi di mangiare ogni giorno il solito panino al bar o se la ricerca di piatti light ha messo a dura prova la vostra pazienza, leggete “Ore 13: pausa pranzo. Sopravvivere al lavoro mangiando bene” di Daniela Guaiti, edito da Gribaudo nel 2011, nella collana Fornelli. Questo pratico ricettario permetterà di trasformare la solita pausa pranzo in un momento di piacere per tutti i palati, anche per quelli più esigenti.
Il pasto principale della nostra giornata dovrebbe essere un momento di condivisione con colleghi e amici, per staccare la spina dallo stress del lavoro; pertanto, questo “rituale” esige una particolare cura in ogni piccolo dettaglio.

venerdì 27 maggio 2011

10 Libri sul Nucleare, per capirne di pù aprite un libro

ROMA - Nucleare: risorse, rischi, dibattiti, vantaggi e pericoli. Ogni giorno si parla di nucleare e ogni giorno emergono contrasti, supposizioni e paure. Ma cosa c'è dietro la fiducia o la sfiducia verso questa forma di energia? A nostro avviso, per capire realmente la situazione, l'ideale è aprire un libro. ChronicaLibri ha scelto 10 volumi, tra saggi e romanzi, che potete consultare per crearvi un'idea che vada oltre le fumose opinioni. I 10 Libri sul Nucleare:

1. Spegniamo il nucelare. Manuale di sopravvivenza alle balle atomiche, di  Grillo.
2. Perché sì al nucleare di  Festuccia
3. Bidone nucleare di Rossi
4. Nucleare. A chi conviene? Le tecnologie, i rischi, i costi di Mattioli e Scalia
5. Il gran sole di Hiroshima di Bruckner
6. Il paese delle nevi di Kawabata
7. Fattore N. Tutto quello che c'è da sapere sul nucleare di Moncalda Lo Giudice e Asdrubali
8. SCRAM ovvero la fine del nucleare di Baracca e Ferrari Ruffino
9. Il miraggio nucleare. Perché l'energia nucleare non è la soluzione ma parte del problema di Coderch e Almiron
10. L'energia nucleare. Costi e benefici di una tecnologia controversa di De Paoli

"Al limite della notte": siete proprio sicuri che la Bellezza salverà il mondo?

Giulio Gasperini
ROMA –
È proprio certo che la Bellezza, quella con la “B” maiuscola, quella che non lascia spazio a dubbi e fraintendimenti, salverà il mondo? Che ci farà varcare i confini di quella notte sul cui limite sempre tentenniamo e perdiamo l’equilibrio? Peter Harris è un gallerista, che porta avanti il suo lavoro coraggiosamente, in tempi di recessione e crisi economica: chi meglio di lui potrebbe esser certo che il Bello, anzi: la Bellezza, può – senz'ombra di dubbio – innalzare l’animo umano sopra la barbarie dei tempi moderni?
Michael Cunningham esplora, in “Al limite della notte” (pubblicato da Bompiani nella collana Narratori stranieri), le anse mentali d’un esponente (in estinzione) d’un terziario che, dopo aver garantito soldi e potere, si ritrae di fronte alla crisi economica mondiale.

giovedì 26 maggio 2011

TEA: L'amore secondo Torben Guldberg

Silvia Notarangelo
Roma - “Tutti i miei viaggi nascevano dallo stesso desiderio. Tutte le storie che andavo raccogliendo le scovavo nel tentativo di trovare una risposta alla stessa domanda”. Queste parole sono di un cantastorie, un cantastorie immortale ma ormai stanco, dalle rughe profonde, che decide di fermarsi, perché è arrivato il momento di smettere di raccontare per cominciare ad ascoltare. Inizia con questa confessione “Tesi sull’esistenza dell’amore”, il romanzo d’esordio di Torben Guldberg, pubblicato da TEA. L’interrogativo che tormenta da sempre il protagonista è uno solo: capire che cos’è l’amore, come si manifesta, quali sono, se ci sono, delle leggi in grado di svelarne gli impenetrabili meccanismi. Cinque secoli di storia sono ripercorsi mediante il racconto di altrettante vicende, intimamente legate, eppure profondamente diverse l’una dall’altra.

mercoledì 25 maggio 2011

Dal 26 al 31 maggio la "Tribù dei Lettori" invade Roma

ROMA - La lettura è un gioco da ragazzi, un'avventura da vivere e condividere. E così, pagina dopo pagina, i piccoli lettori crescono sotto le tende indiane piene di libri che conquisteranno la città e provincia di Roma dal 26 al 31 maggio. Torna la “Tribù dei Lettori - Festa della lettura con i ragazzi”, che in questa seconda edizione nei 13 tepee accoglierà 40 tra editori italiani e stranieri e più di 800 titoli da leggere e sfogliare durante tutto il periodo della manifestazione. Una pacifica invasione di piazze, strade, giardini, librerie e palazzi storici dove sono in programma oltre 150 appuntamenti gratuiti: reading, incontri con gli autori, spettacoli, laboratori, mostre e appuntamenti speciali pensati per bambini, ma anche genitori, insegnanti e bibliotecari. Eventi di socializzazione e divertimento creati per educare e, soprattutto, per cercare di accrescere nei più piccoli l'amore per le pagine stampate.

"Flavia e il minatore", da Arkadia il racconto di un minatore illustrato dai bambini

Giulia Siena
ROMA - "Io sono stato minatore nella miniera di Serbariu. Anche io ero tra quelli, come ti ha raccontato nonna Agnese, che ritornava a casa a piedi, sporco e talmente stanco che le gambe andavano per conto loro." A narrare questa storia, quella di un minatore di Carbonia è nonno Emilio. L'uomo, ormai anziano e malato, trascorre le sue giornate a riposo e spesso si rilassa chiacchierando con la sua piccola amica Flavia. Quest'ultima, è tanto curiosa ed entusiasta quando nonno Emilio le racconta la sua vita nella miniera di carbone tra polvere e gallerie. I due personaggi sono i protagonisti di "Flavia e il minatore", il libro nato dalla penna di Fabrizio Fenu e pubblicato nella collana Kids dell'Arkadia Editore

lunedì 23 maggio 2011

"Morte nei boschi". Viaggio nell'animo umano in bilico tra bene e male

Agnese Cerroni
ROMA - Da bambino, Nonno Goriot aveva sentito raccontare la misteriosa storia della bestia del Gevaudan che per molti anni aveva terrorizzato la popolazione sbranando donne e bambini”.
La storia proposta da Giorgio Celli e Costanza Savini nel romanzo "Morte nei boschi" pubblicato da Ugo Mursia Editore ci conduce in Francia, durante gli anni del regno di Luigi XV, nella tranquilla regione del Gevaudan, dove gli abitanti vivono di agricoltura e pastorizia e il tempo è scandito dal ciclo delle messi. Improvvisamente la quiete di quei luoghi viene turbata dal ritrovamento di corpi nelle radure della valle, dilaniati con lo stesso macabro modus operandi. Vox populi attribuisce i delitti ad una creatura mostruosa che pare si aggiri per boschi e prati, aggredendo le pastorelle e i bambini che portano le vacche all’alpeggio. La gente dei villaggi vive nel terrore di un gigantesco animale dalle fattezze di lupo assetato di sangue.

"La gente che sta bene": tu cosa faresti pur di stare bene?

Marianna Abbate
ROMA - Giuseppe Sobreroni sta bene. Fa l’avvocato, frequenta il mondo bene e tra poco pubblicheranno un’intervista con lui su un noto magazine. 
Il romanzo di Federico Baccomo "Duchesne" edito da Marsilio parla proprio di lui, e di gente come lui. ”La gente che sta bene”, che affolla i salotti, che parla di cose importantissime e non vede l’ora di pugnalarsi vicendevolmente alle spalle. Perché il mondo bene è un grande bacino d’acqua, un po’ sovraffollato, dove bisogna lottare per rimanere a galla. E così accade un bel giorno, che il partner di una vita ti abbandona, che tua moglie è di nuovo incinta e che il lavoro promesso- la tua rivincita- si rivela una sòla clamorosa.
Ma l’uomo che sta bene non si arrende, cerca la sua rivincita, cerca la sua vendetta.

domenica 22 maggio 2011

"Tutto sarebbe tornato a posto"



Agnese Cerroni



Roma - Dieci racconti, in ogni racconto un urto che come un evento traumatico mette in discussione il fragile equilibrio della vita. Nelle librerie esce in questi giorni "Tutto sarebbe tornato a posto", di Michele Cocchi, Elliot Edizioni.



C’è un ragazzo in carrozzina e una donna che lo spinge sul lungomare. C’è una bambina, in un ambulatorio, seduta a terra con le gambe divaricate e un dottore che parla a sua madre. C’è un uomo, al centro di una piazza, che osserva da lontano un funerale. C’è un’infermiera che apre gli oblò di un’incubatrice e un neonato minuscolo rannicchiato dentro un nido di stoffa. C’è una coppia dentro una casa e uno sconosciuto armato seduto di fronte a loro. Ci sono due amici che arrancano su un costone roccioso e si aggrappano alla ramaglia che spunta dalla terra. C’è un ragazzino che cammina in un bosco con uno zaino sulle spalle e un cane ferito al fianco. C’è una giovane donna di fronte a uno specchio in una camera d’ostello che si preme le mani sui seni. C’è un bambino, dentro una buca scavata nel bagnasciuga, che lancia in aria palle di sabbia e due donne che lo stanno a osservare. Un’umanità costituita di esistenze dolorose, che percorrono la vita in un fragile equilibrio, sempre colte nell’istante esatto in cui un urto inaspettato sopravviene a farle vacillare pericolosamente. Dieci racconti scritti con una prosa precisa e levigata, che narrano il disagio fisico, psicologico e relazionale, mettendosi direttamente nella mente dei suoi personaggi, dieci storie in cui le emozioni si assorbono lentamente pagina dopo pagina o arrivano nette e affilate come una lama, a spaccare la normale continuità della lettura. ESTRATTO: «Che cos’hai stamattina?» mi domanda. «Niente. Stavo solo pensando». «A cosa pensavi?». «Al lavoro» gli dico. «Qualcosa che non va?». «Non lo so. Una bambina nuova. Con cui non riesco a lavorare». «Che significa che non riesci a lavorarci?». «Mi guarda in maniera strana, come un adulto. Sembra domandarmi qualcosa. Ma non capisco cosa». Giuseppe mi fissa in silenzio. «Che le è successo?» mi chiede districando un piede dal lenzuolo e puntellandosi su un gomito. «Niente di particolare. Va abbastanza bene, a parte che desatura – qualche volta respira male e va giù d’ossigeno. Ma appena mi avvicino è come se mi riconoscesse, apre gli occhi e mi fissa».

“Caro Michele”, un epistolario denso di emozioni e di ricordi


Alessia Sità
ROMA – Era il 1973 – esattamente dieci anni dopo aver scritto “Lessico famigliare”- quando Natalia Ginzburg si interrogava nuovamente sulla famiglia e sulla crisi di una generazione che, ancora una volta, era incapace di trovare un punto d’incontro per porre fine al divario sempre più evidente fra genitori e figli.
“Caro Michele” (Mondadori 1973) nasce da una profonda riflessione sulle ansie e sulla ribellione giovanile tipica di quei tempi. Il valore della memoria è il filo conduttore che lega tutti i protagonisti di questo romanzo, che inspiegabilmente, però, non sono più in grado di riconoscersi come parte fondamentale di un microcosmo.