giovedì 10 novembre 2011

Illusioni di deserto e sangue. "Staten Island" non è a New York

Agnese Cerroni


Roma- Senza alcun dubbio nulla nel romanzo di Arthur Nersesian Staten Island (Casini Editore) nulla è ciò che sembra: New York non è New York, ma una riproduzione in scala della grande mela che sorge nel bel mezzo del deserto del Nevada. Il protagonista Uli ( che ci guida tra le pagine del libro, facendo scivolare le azioni e rivelando i segreti della trama avvincente) non è che un povero diavolo senza memoria che cerca di ricostruire il suo passato e che per farlo non dispone di altre informazioni al di fuori di una frase impressa nella testa" Cammina verso Sutphin Boulevard. Sali sul Q28 per Fulton Street. Cambia col B17 e arriva all'East Village di Manhattan... finchè non arriva a Dropt... Sparagli un colpo alla testa... Poi prendi un taxi per ritornare all'aeroporto e sali sul primo volo in partenza... ".


Il resto della storia lo scopriamo man mano, in un'escalation allucinante e fuorviante di squallore e violenza. Tutto, anche il titolo trae in inganno: è un libro ma potrebbe essere la trama di un film di fantascienza. Chiusa l'ultima pagina resta nel lettore la convinzione che Staten Island non sia che un'illusione e il grande sogno americano nient'altro che una bugia costruita ad hoc nello sconfinato e sterile deserto del Nevada. Un miraggio di sangue e terra.

"Il grande libro del West americano", una guida nella prateria


Silvia Notarangelo
ROMA
- “Qui incontrerete le testimonianze degli uomini e delle donne che hanno percorso il West in lungo e in largo, (...) alcuni inseguendo la salvezza, altri l'avventura e l'oro". È questo quanto promette William Targ che ha curato, per Cavallo di ferro, “Il grande libro del West Americano”.

Dalla corsa dei pionieri per la conquista delle grandi praterie del West alla nube di fuliggine del primo cavallo di ferro. Dalla febbre dell’oro ai duelli sotto il sole cocente. Dai banditi Jesse James e Butch Cassidy al tragico massacro del Settimo Cavalleggeri del Generale Custer da parte dei Sioux, nella celebre battaglia del Little Bighorn. E molto di più.

mercoledì 9 novembre 2011

"Il clandestino", nel labirinto dei sospetti

Marianna Abbate
ROMA - Mi piacciono i gialli. Le idee originali, le storie che mi stupiscono. Ecco, "Il Clandestino" di Ferdinando Albertazzi mi è piaciuto. Edito da Sonda nella collana Giallo Noir, è un libro per ragazzi fatto molto bene. Non per niente l'autore insegna in corsi di scrittura creativa. La trama segue con attenzione tutte le regole della struttura perfetta di un giallo- ma è l'argomento e il modus operandi dei protagonisti ad essere diverso, innovativo.
La storia si dipana in una scuola, dove viene trovata strangolata una studentessa. Tragico incidente, suicidio, oppure omicidio?

martedì 8 novembre 2011

Ortica Editrice, libri necessari per scoprire se stessi

ROMA - Libri piccoli, sottili e maneggevoli ma che affrontano tematiche imponenti. Perché "il torto dell’uomo è di essersi fatto schiavo di troppe chimere: religioni, pregiudizi, utopie, doveri, abitudini d'ogni sorta. Doveri terreni che hanno allontanato l’uomo dalla Natura". E seguendo questo istinto, quello di fare libri che partano dalla vera natura dell'uomo, nella primavera 2010 Ezio e Igor hanno fondato l'Ortica Editrice.


 Qual è la proposta editoriale della Ortica Editrice? Ciò che ci ha spinto ad aprire una casa editrice, strano a dirsi, ha poco a che vedere con l’editoria in senso stretto. La “nostra causa” dunque più che partorire una proposta editoriale, sta generando dei figli che possono andare più o meno d’accordo tra loro.

lunedì 7 novembre 2011

Virginia Woolf: "Sono una snob?", memorie di una sognatrice dilettante

Giulia Siena
ROMA "L'essenza dello snobismo è il desiderio di fare colpo sugli altri. Lo snob è una creatura inconsistente, senza cervello, così poco soddisfatta della propria posizione che per darsi un po' di spessore non fa che sventolare in faccia agli altri titoli e onorificenze, affinché si convincano, e convincano lui stesso, di ciò di cui in realtà non è affatto convinto: che anche lui, o lei, è una persona importante."
E' il 1936 quando Virginia Woolf viene invitata da Molly McCarthy al Memoir Club per leggere le proprie memorie. In questo contesto nasce "Sono una snob?", il saggio che da il nome alla raccolta recentemente pubblicata da Piano B edizioni.

domenica 6 novembre 2011

"Libro di Ipazia": in un mondo che cambia chi sa distinguere il tramonto dall'alba?

Giulio Gasperini
ROMA –
La verità più profonda è quella che pronuncia Sinesio: ha il sapore (l’ombreggiatura) d’una profezia che, a distanza di secoli, si sta compiendo anche nei nostri miserrimi anni Zero: “Quando si è in alto mare la luce del tramonto e quella dell’aurora non sono molto dissimili. Non so bene distinguere”. Come a voler dire che, in epoca di transizioni, quella che pare la fine potrebbe essere l’epilogo ma potrebbe ben essere pure l’inizio di qualcosa d’altro. Ed è proprio questa indecisione, questo dubbio feroce, che Mario Luzi ha voluto indagare, in questa sua raffinata opera, “Libro di Ipazia”, edita da Mondadori nel 1978.