domenica 10 luglio 2011

"Maria", l'inizio del lavoro narrativo di Lalla Romano

Giulia Siena
ROMA - E' il 1953 quando Lalla Romano (1906-2001), scrittrice e pittrice piemontese, dà alle stampe "Maria". Quest'opera, insieme a "Tetto murato" del 1957, segna l'inizio del lavoro narrativo della più schiva e riflessiva scrittrice del Novecento. "Maria" è il tipico esempio di romanzo del Neorealismo, in esso confluiscono l'attenta osservazione del quotidiano e le considerazioni di un occhio perspicace, quale quello della Romano. Quest'ultima crea un romanzo sulla sua donna di servizio perché vede in lei un personaggio, la perfetta protagonista di un suo romanzo. La storia è quella di Maria, collaboratrice domestica presso la stessa scrittrice.
Tra loro si crea un rapporto di rispetto reciproco, di silenzi, di affetto e di tacita stima. Ma, sono evidenti tra le righe, le controverse sensazioni della scrittrice: ogni giorno è incerta sui comportamenti da tenere con Maria e, inoltre, è perennemente sorpresa al cospetto del mondo contadino che si fa vivido dal vivere della donna.
Il romanzo si svolge nell'arco di venti anni e in questi anni tutto muta, si evolve e si rafforza. Gli anni Cinquanta "impregnano" le pagine di questo romanzo; questi anni di passaggio, di novità e di differenze culturali ed economiche intaccano il ritmo e l'intreccio del romanzo: le vite di due donne diverse si incontrano e coesistono in un mondo che si rinventa poco a poco. Maria e Lalla hanno un ponte che le unisce, è il figlio della scrittrice, il protagonista de "Le parole tra noi leggere" (Premio Strega nel 1969) e, attraverso lui, che loro riusciranno a conoscersi e a solidificare un rapporto di stima e riconoscenza.

Lalla Romano, riprende in "Maria" i temi cari a Pavese (città-società contadina piemontese), quello stesso scrittore che criticò fortemente il romanzo della scrittrice poiché si disse "stufo morto di leggere storie di donne di servizio". Forse il giudizio di Pavese fu troppo rigido. Infatti, le storie delle donne di servizio tornano attuali negli anni Ottanta quando Magda Szabò, la più importante scrittrice ungherese dello scorso secolo, pubblica "La porta"(1987). Ed in questo libro torna il rapporto di Lalla e Maria, tornano i sentimenti convulsi e forti di una scrittrice che osserva il suo mondo nel quale vive un personaggio a cui dare voce.

2 commenti:

  1. Finalmente una recensione, finalmente un po 'di critica letteraria, finalmente un po' di spessore cultura. Finalmente chronica libri. grazie!!

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