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lunedì 8 agosto 2011

"Niente è più intatto di un cuore spezzato", da Piemme il romanzo della gente che non ci somiglia

Marianna Abbate
ROMA -  In questi giorni a Varsavia si celebra l'anniversario della rivolta del 1944. Ogni giorno seguo in televisione film e documentari che parlano della seconda Guerra Mondiale, e ogni giorno piango un poco per quei cuori spezzati, così giovani e così intatti. La lettura del romanzo di Vanna De Angelis, "Niente è più intatto di un cuore spezzato", edito da Piemme nella collana Voci, non poteva capitarmi in un momento più opportuno.

domenica 5 giugno 2011

"Un inverno freddissimo": quanto può una donna sopportare(?)

Giulio Gasperini
ROMA –
Abbandonò (già dal titolo) le ambientazioni levantine dei suoi due romanzi precedenti Fausta Cialente quando, nel 1966, pubblicò con Feltrinelli il suo terzo romanzo, candidato poi al Premio Strega. “Un inverno freddissimo” è quello del ’46-’47: in una Milano ancora stordita e frastornata Camilla – una donna che la Cialente plasma con sapienza e consapevolezza, con orgoglio e fiducia – si sente investita dell’ingombrante compito di ricomporre i relitti di una famiglia che, come tante altre, la guerra aveva menomato e smembrato. Le colpe, i pregiudizi, le antipatie devon esser combattute e vinte, perché nulla più della famiglia può permettere all’individuo di tornare a vivere; e a riappropriarsi del proprio già incerto futuro. E l’umanità felpata che la Cialente mette in scena, orchestralmente, si muove in una disagiata (e disagiante) soffitta, divisa da sottili pareti di stuoia, dove il rispetto del privato è soltanto un miraggio lontano e l’insofferenza della promiscuità cresce alla presa di consapevolezza della fine della guerra.