Giulia Siena
ROMA - Un viaggio lungo quasi sessant'anni è quello che intraprende un vecchio pasticciere siciliano nel raccontarsi al nipote lontano.
Autore de "Il pasticciere di Buenos Aires" è Angelo Ronsivalle, veterano narratore di storie dall'innata forza emotiva targate Fermento. Attraverso un racconto intervallato dalla lettura del suo "diario di bordo", il pasticciere ricompone la sua storia dal letto di ospedale dove ora si trova ricoverato a causa di una grave malattia. Con la vecchiaia e grazie alla curiosità del nipote, Pietro ha la forza di riaprire un diario chiuso nel 1949 e interpretare quelle pagine ricche di sofferenza, ricordi e voglia di cambiamento. E' più di un cinquantennio che ha abbandonato la sua amata isola per emigrare in Argentina, terra di fortuna e punto di partenza per cancellare il passato.
Infatti, Pietro vuole lasciarsi alle spalle un amore sbagliato e "scappare" in una terra abbastanza lontana per il dolore di chi abbandona. I suoi bagagli sono ricordi ingombranti: le amicizie, gli ideali, la famiglia, i sapori e i colori sono le cose che non potrà portare via con sé, ma nelle braccia ha un mestiere che Alberto gli ha insegnato con passione e familiarità.
Pietro diventa Don Pedro, maestro della rinomata pasticcieria "Roma", uomo facoltoso che ogni giorno cerca di costruire la sua vita non dimenticando la Sicilia, ma la sua irrequietezza e i giochi del caso lo porteranno a sorprendersi ancora.
"Il pasticciere di Buenos Aires" è un romanzo che unisce il diario al racconto, le ricette alle sfumature storiche, le venature del genere giallo a un grande racconto familiare per raccogliere al suo interno una trama forte con personaggi ricchi di carattere e determinazione. Angelo Ronsivalle si conferma abile "tessitore" di opere originali, questa volta arricchite da un ricettario essenziale e indispensabile.
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