lunedì 28 marzo 2011

Il "Libro Verde" di Gheddafi, una risposta concreta ai problemi del mondo?

Marianna Abbate
ROMA - Sapevate che la democrazia in realtà è una tirannide? Che il Referendum è una frode democratica? Che l’istruzione nelle scuole è una coercitiva pratica della dittatura?
Il “Libro Verde” del  Colonnello Gheddafi (1975) ci illumina la strada della libertà e fa cadere quel velo di Maya che non ci permette di guardare oggettivamente la realtà.
Già dalla copertina comprendiamo l’eccellenza dell’opera del leader libico che si propone di risolvere il problema della democrazia e il problema economico del mondo sviluppando in conclusione la Terza Teoria Universale che ci guarirà dai mali del mondo!
Ma andiamo per gradi e approfondiamo la conoscenza di questa illuminata teoria.
In primo luogo affrontiamo il tema della democrazia, che come apprendiamo dalle prime pagine del libro è una tirannia mascherata.
O Ateniesi, e voi che v’illudevate di aver sviluppato un sistema politico equo e innovativo, ascoltate le parole del Colonnello e riconoscete la rivoluzionarietà del suo pensiero!
Orbene, è chiaro che in una democrazia a governare è il Parlamento. Ma che cos’è il Parlamento se non la rappresentanza di una parte della popolazione? Il governo viene infatti scelto con il 51% dei consensi, è dunque chiaro che il restante 49% non si senta rappresentato e viva dunque sotto un potere che reputa ostile. Lo stesso vale per il partiti che, come indica il nome stesso sono di parte e non desiderano altro che vincere sugli avversari.
Per non parlare poi del Referendum che ci mostra una finta libertà, permettendo al cittadino di scegliere tra sole due opzioni : sì o no. Sarebbe giusto invece che ogni cittadino motivasse le sue scelte, giustificando le ragioni per le quali è contrario o a favore di un determinato provvedimento. Ma non perdiamo tempo occupandoci del Referendum che serve per promulgare leggi, quando il problema fondamentale è proprio che non bisogna codificare le leggi. La legge, infatti, cambia ogni qualvolta cambia il governo, e quello che fino a poco fa era lecito, cambiato il potere non lo sarà più. Bisogna pertanto affidarsi alla Religione, unica fonte della tradizione e del volere popolare e quindi unica norma da seguire.
Bisogna poi riconoscere che la Stampa usurpa un ruolo che non le si addice, e cioè quello di parlare a nome del popolo. Ognuno dovrebbe invece attenersi a parlare soltanto degli argomenti che lo riguardano, e quindi dedicarsi strettamente alla sua materia. Un medico parlerà di Medicina, un giurista di Giurisprudenza. A questo punto viene da chiederci se un politologo possa parlare di Politica, ma Gheddafi viene subito ad illuminarci informandoci che non deve esistere la politica perché è il popolo a detenere direttamente il potere, attraverso i Comitati Popolari. Ci presenta addirittura uno schema circolare nel quale dimostra la sovranità diretta del popolo.
Ecco spiegato perché il Colonnello tenga tanto a non essere chiamato Presidente, ma Leader: una guida spirituale fortemente voluta dal popolo, che incarna il volere del popolo. Perché, secondo Gheddafi, in questi Comitati Popolari regna magicamente la pace e tutti vanno d’accordo e vogliono la stessa cosa.
Passiamo poi alla seconda parte del libro che dovrebbe risolvere il problema economico del mondo. Orbene tutti i salariati sono sostanzialmente degli schiavi, perché sono costretti a scambiare il loro lavoro con del vile denaro. E qui il Colonnello torna a deliziarci con una nuova teoria progressista che essenzialmente propone il ritorno al baratto.
Nell’ultima parte del libro continuiamo a documentarci sull’eclettico pensiero del Leader apprendendo interessanti notizie su praticamente qualunque argomento concerna la vita quotidiana: la Famiglia, la Tribù, la Musica  le Arti , lo Sport, l’Istruzione e quant’altro.
Mi soffermerò, invece, soltanto su quello che Gheddafi dice della Donna, perché probabilmente è dove la sua teoria raggiunge l’apice dell’illuminazione.
Sappiate dunque che, per gentile concessione, dal punto di vista umano la donna è uguale all’uomo. Tuttavia ci sono delle differenze fondamentali che fanno sì che i ruoli dell’uomo e della donna differiscano enormemente: la donna ogni mese ha il ciclo mestruale e l’uomo no. Inoltre la donna, quando non è indisposta è gravida e pertanto impedita (sic!), poi deve allattare, poi c’ha di nuovo il ciclo: insomma due, tre anni se li gioca. E’ una barbarie quindi costringere la donna a svolgere i compiti dell’uomo, d’altronde la donna è tenera, bella, facile al pianto e ha paura.
Concludo qui la mia dissertazione, anche se potrei continuare ancora a lungo, tanto per lasciarvi con queste perle di saggezza e invitarvi con insistenza a leggere con i vostri occhi le parole del governante di un paese così vicino al nostro. Troppo vicino.

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