Giulia Siena
ROMA - "E' incredibile che siete tutti lì in classe e siete bambini poi ci sarà uno che va di qua e uno che va di là nella vita, e io invece ho più o meno perso i contatti con tutti, come è normale che sia, soprattutto se sei piccolo e hai fatto delle scuole molto lontane da casa tua [...]". La voce narrante è quella del protagonista, il bambino Ugo Cornia che diventato uno scrittore quarantenne pensa che si possa ricordare l'infanzia scrivendone un'autobiografia. Sicuramente una cosa non semplice, ma aiutato dai ricordi può riuscirci. Così nasce nel 2010 "Autobiografia della mia infanzia", libro pubblicato da Topipittori nella collana Anni in tasca.
Ugo è un bambino che cresce in una città che stava crescendo, Modena, all'interno di quel palazzo dove vive tutt'ora, con degli amici che ha perso e, alle volte, ritrovato. I primi anni settanta, il legame con il nonno, l'asilo "d'amianto" di via Ancona, la nascita della sorella Mariella e le partite di pallone nel cortile, sono tutti eventi raccontati alla velocità del linguaggio di un bambino; ma tra le righe riaffiora con forza anche la tipica sensazione di sorpresa che provoca il passato. Sono pochi anni ma cruciali quelli durante i quali Ugo passa dall'asilo alle scuole elementari, anni in cui l'infanzia segna il futuro senza fare troppo rumore.
Ugo Cornia racconta. E lo fa con la semplicità di un bambino attraverso la memoria di un narratore che sa ascoltare.
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