giovedì 2 giugno 2011

La valle del vino etrusco

Silvia Notarangelo
Roma - Si intitola “La valle del vino etrusco” il catalogo appena pubblicato dalle Edizioni Effigi e ispirato all’omonima mostra allestita presso il comune di Scansano, promotore dell’iniziativa. L’esposizione, a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, è frutto di recenti indagini archeologiche condotte nella valle del fiume Albegna e concentrate sulla produzione di vino nel VI sec. a.C. Materiali inediti o poco conosciuti, provenienti dai territori di Magliano in Toscana, Manciano e Scansano, ne hanno evidenziato un ruolo fondamentale per la cultura e l’economia etrusca in età arcaica. Come rilevato da ricerche genetiche avviate negli ultimi anni, la vite selvatica era, sicuramente, molto diffusa nell’area, tanto da garantire un’intensa attività vitivinicola, destinata non solo alla popolazione locale ma anche ai traffici commerciali.
Una complessa ritualità, di origine greco-orientale, deve quindi aver trovato una felice accoglienza in questa terra, dove il vino si è imposto, a poco a poco, come protagonista di cerimonie religiose e parte integrante dei rapporti sociali, attraverso il rito del simposio.
Nella vita di tutti i giorni la sua presenza trova, dunque, ampie testimonianze. Al torchio vinario del Podere Tartuchino, si sono aggiunti molteplici frammenti di anfore, tra cui, inconfondibili, quelli appartenenti ad anfore da trasporto, scoperti al largo dell’Isola del Giglio e a Capo Enfola, che ne confermano l’importanza come prezioso prodotto di scambio. Sono numerosi, poi, anche nei corredi funebri, i servizi di vasi dedicati al simposio: brocche, coppe di bucchero, scodelle e ciotole, di varie forme e dimensioni, erano un utile strumento per “sottolineare il proprio rango e definirsi come gruppo sociale distinto”.
Il secolare sodalizio tra il vino e la valle dell’Albegna trova, così, la sua consacrazione in questo accurato percorso che resterà visibile fino al 31 dicembre e che non manca di sottolineare la forte impronta comune del territorio e il suo ricco patrimonio culturale.

Nessun commento:

Posta un commento