Silvia Notarangelo
ROMA – Al suo romanzo d’esordio la scrittrice giapponese Ito Ogawa ci regala una storia intensa e appassionante in cui sentimenti e cucina diventano un connubio incredibilmente propizio. Protagonista de “Il ristorante dell’amore ritrovato” (Neri Pozza Editore) è Ringo, una ragazza che lavora a Tokyo nella cucina di un locale turco. La sua vita sembra scorrere tranquilla fino a quando un giorno, tornando a casa, trova il suo appartamento completamente vuoto. Non c’è più niente, è sparito tutto, compresi quegli oggetti a cui era particolarmente affezionata. Soprattutto, non c’è più traccia del suo fidanzato, un giovane indiano dalla pelle profumata di spezie, maître nel ristorante vicino al suo.
La ragazza è letteralmente scioccata, non riesce più a parlare e, istintivamente, prende una decisione: è il momento di tornare a casa, in quel villaggio dal quale, quindicenne, era fuggita senza mai più tornare.
Eppure è proprio qui che, inaspettatamente, Ringo ricomincia a vivere. Il dolore, pian piano, lascia spazio al desiderio di riprendere in mano la propria vita. All’improvviso, ecco l’idea che cambia tutto: aprire un ristorante in cui accogliere una sola coppia al giorno, dedicandole un apposito menu capace di realizzarne i desideri.
Nel giro di pochi mesi, grazie anche all’insostituibile aiuto di Kuma-san, il “Lumachino” è pronto ad aprire le sue porte. In tavola, si susseguono piatti prelibati e raffinati, in un’atmosfera resa magica dai colori, dagli odori, dal gusto. La prima cliente del ristorante è l’amante di un famoso politico locale, deceduto ormai da diversi anni. Ciò che le accade dopo essersi seduta e aver consumato il pasto nel ristorante, ha dell’incredibile.
Una magia trasformerà la sua vita e quella di tutti coloro che entreranno nel “Lumachino”, prontamente e felicemente ribattezzato “il ristorante dell’amore ritrovato”.
Nessun commento:
Posta un commento