giovedì 27 ottobre 2011

Niente altro che "una storia qualunque"

Agnese Cerroni


Roma- L’amore adolescenziale tra l’universitario Raffaele e la ginnasiale Rosalia, intenso, sognante, ma non duraturo, si inserisce in un contesto politico-sociale di una provincia pugliese alla fine degli anni Sessanta, quando i giovani, ansiosi e bisognosi di novità, di cambiamenti e riforme, animano una contestazione generale, ma non condivisa da tutti allo stesso modo.





Il sentimento amoroso preserva i due protagonisti del romanzo di Pasquale di Geso, "Una storia qualunque" (Robin Edizioni) dagli estremismi di qualsiasi genere, ma non resiste ai tanti casi dolorosi, imprevedibili che li coinvolgono e li dividono. Le esperienze vissute e diverse, dolorose e traumatiche per la ragazza, gratificanti e ricche di soddisfazioni per il giovane, li fanno crescere da un punto di vista umano e culturale, ma non li cambiano, almeno nei loro valori sostanziali.





La rievocazione, partecipata e commossa, dell’io narrante, Raffaele, determinata da un incontro, non si sa se vero o sognato, ci fornisce uno spaccato storico-sociale di una delle nostre province, agitata da fatti di cronaca recente o risalente al brigantaggio, legata alle tradizioni, ma affascinata dalle novità nazionali e internazionali. La mescidanza linguistica, il vernacolo dei tanti proverbi o modi di dire, il citazionismo insistito, che caratterizza i protagonisti, rendono accattivante la lettura.

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