martedì 8 novembre 2011

Ortica Editrice, libri necessari per scoprire se stessi

ROMA - Libri piccoli, sottili e maneggevoli ma che affrontano tematiche imponenti. Perché "il torto dell’uomo è di essersi fatto schiavo di troppe chimere: religioni, pregiudizi, utopie, doveri, abitudini d'ogni sorta. Doveri terreni che hanno allontanato l’uomo dalla Natura". E seguendo questo istinto, quello di fare libri che partano dalla vera natura dell'uomo, nella primavera 2010 Ezio e Igor hanno fondato l'Ortica Editrice.


 Qual è la proposta editoriale della Ortica Editrice? Ciò che ci ha spinto ad aprire una casa editrice, strano a dirsi, ha poco a che vedere con l’editoria in senso stretto. La “nostra causa” dunque più che partorire una proposta editoriale, sta generando dei figli che possono andare più o meno d’accordo tra loro.
La diffusione e la condivisione dei saperi e delle esperienze, dei libri che sentiamo familiari dunque (di cui anche noi siamo figli). Libri che riteniamo oggi gli unici oggetti amici, necessari per scoprire se stessi e per riflettere su ciò che ci circonda.
Ci viene spesso rimproverato di essere romantici, utopici, di dimenticare che l’uomo è un essere egoista vòlto a perseguire da sempre interessi personali, che bisogna adattarsi a questo mondo, che è l’unico possibile.
Ebbene, crediamo nella forza generatrice dell’Utopia!
Se siete soddisfatti del vecchio mondo, cercate di conservarvelo; è molto decrepito e non resisterà a lungo... Ma, se non potete sopportare di vivere in un’eterna contraddizione fra le idee e la vita, di pensare in un modo e di agire in un altro, allora abbandonate queste strade medievali imbiancate a nuovo, uscitene a vostro rischio e pericolo (Herzen).
Ecco crediamo che oggi e qui sia compito di ciascun individuo (che abbia sangue nelle vene) cercare di rendere questo nostro mondo non escludente, un luogo dove tutti gli esseri viventi possano formare un tutt’uno e vivere in armonia.
Riteniamo il libro uno strumento importante per far nascere dei dubbi nell’animo di ciascuno, essenziale per abbattere le nostre false certezze e ricominciare.


"L’Ortica editrice persegue con i fatti quella solidarietà così lontana dall'attuale competizione fratricida. E' animata da idee che sole possono dar moto alle vicende umane. E' animata dallo spirito di cooperazione, dall'amicizia, dalla fratellanza, dall'armonia possibile fra tutti gli esseri viventi." Questo il vostro scopo, ma che ruolo possono avere i vostri libri e  hanno i libri nella società odierna?
I libri, soprattutto oggi, sono strumenti necessari per capire e capirsi, per un progresso introspettivo vòlto a raggiungere del “nostro equilibrio”. Sono occasioni per migliorare le qualità del singolo e dunque dell’Umanità stessa.
La lettura di un libro ci da dunque l’opportunità di metterci in gioco davanti a noi stessi, un atto di coraggio, un primo passo per mettersi in discussione.
Chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce se stesso è illuminato”.

      Giuseppe Parini, Carlo Cafiero ed Errico Malatesta: scrittori che hanno ancora un appeal?
Allora perché leggere ancora Omero? E poi Parini, Cafiero e Malatesta sono meno noti, purtroppo, di quanto si possa credere. Non sono dei classici nel senso stretto del termine, ma lo sono per le idee e il sentire che comunicano. Molti a scuola studiano il Parini nelle pagine scelte di qualche antologia per ripetere la lezione a pappagallo, senza alcuna libertà, né interesse.
L’interesse per un libro e per un Autore è senza tempo ed immune alle mode:
Le parole di tutti gli uomini che parlano di vita, debbono suonare vane a coloro che non si trovano nello stesso ordine di pensieri. Solo chi vuole può ispirare se stesso, ed allora il discorso sarà vibrante, dolce ed universale come l’agitarsi del vento (Emerson).

Stupisce (infatti sono rimasta felicemente sorpresa) di trovare tra le vostre ultime pubblicazioni anche "Ritratto in piedi" di Gianna Manzini, un libro straordinario, un modo di raccontare che purtroppo oggi non esiste più. Come mai la scelta di ripubblicare opere di questo spessore? 
     Questo è un esempio di come un classico possa scomparire in silenzio nell’oblio: basta non pubblicarlo più. È un libro scritto col cuore, intenso e allo stesso tempo scomodo. È un libro importante che abbiamo voluto riproporre per la tenerezza che ci ha suscitato.

     Sempre meno libri venduti, sempre più case editrici: come vive l’Ortica Editrice questa continua "lotta"?
P ermettici una riflessione di carattere personale. Ci sono momenti nella storia di ogni individuo, questo è stato il nostro caso, ove si sceglie di essere liberi. Difficilmente questa scelta può avere un qualsiasi tornaconto di alcun tipo, tantomeno di carattere economico; il più delle volte si è “sconfitti economicamente” ma non lo si è nell’animo.
In merito alla sempre minor vendita dei libri il discorso andrebbe ampliato, nel senso che il problema vero che avvertiamo è che stanno scomparendo sempre più i lettori (e non occorre neanche far uso dei pompieri stile Fahrenheit 451), e questo ci preoccupa non poco.
Stanno poi scomparendo i librai, le piccole librerie indipendenti e i piccoli editori, non per carenza di idee, ma perché è il mercato che detta leggeLe grandi sorelle non permettono alle sorellastre più piccine di tenere il passo, e, per ovvie ragioni, tendono a promuovere opere di facile consumo. Ci sono comunque in giro molte “piccole” case editrici che hanno in catalogo delle splendide opere magari non sono distribuite, ma l’appassionato in qualche modo riesce sempre a metter le mani sul sospirato titolo.
Da parte nostra, e fuori dalla logica concorrenziale, auspichiamo sempre collaborazioni con altre case editrici (ne abbiamo già diverse). Se un’altra casa editrice ci dovesse “soffiare” un titolo non sarebbe un dramma, ovvio un po’ rosicheremo (come si dice a Roma), perché l’importante è comunque far circolare quell’autore, quell’opera, quell’idea; non importa chi è lo strumento di divulgazione, l’importante è divulgare.
Per tornare alla scarsa vendita di libri ed al numero sempre più esiguo di lettori il ragionamento andrebbe dunque, a nostro parere, articolato su una riflessione che tenga in considerazione la società tout court e il modo insensato del vivere quotidiano: sembra che non ci sia più tempo per riflettere, per sospirare dietro una parola, per nulla… c’è solo frenesia, in tutto: produci, consuma, crepa!
Non ci concediamo più il tempo di una passeggiata, di una lettura socialmente inutile, si corre e basta. 

4 commenti:

  1. Bellissima intervista!!!

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  2. Grazie, Anonimo! Tutto merito della casa editrice che ha un modo di fare libri molto interessante.

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  3. direi che l'intervista è bellissima, ha saputo centrare gli argomenti principali in maniera molto semplice, familiare per usare un termine usato nella prima risposta... risposte davvero uniche, belle, vere...

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